Keniani

Perché i Keniani corrono più velocemente degli altri?

di -

Quando si parla di corsa di resistenza viene naturale associare la figura di corridori Keniani ed Etiopi, anche perché, oltre a detenere il record del mondo di tutte distanze dal mezzofondo al fondo, spesso vengono riportare notizie di carattere scientifico relative a presunte predisposizioni genetiche di alcune popolazioni. Ma quanto c’è di vero?

Un dato è certo: negli ultimi venti anni le performace sia in termini di qualità che di quantità sono a favore dei corridori degli altopiani. Inizialmente, quindi, i risultati sono stati attribuiti al fattore altura, ma questa teoria, che in parte può essere presa in considerazione, negli anni ha suscitato dubbi negli addetti ai lavori anche perché esistono molte altre popolazioni che vivono su altopiani, ma dalle quali non nasce nessun campione.


Un'altra teoria riguarda la genetica, la quale attribuisce ad un gene la capacità di produrre un enzima in grado di smaltire più velocemente l'acido lattico. Tuttavia questa teoria non è mai stata dimostrata in maniera scientifica.

Per trovare una risposta bisogna andare in quelle terre e, semplicemente, osservare. Solo così si intuisce che il vero segreto di queste popolazioni sta nel loro stile di vita, ad iniziare dal quotidiano. La maggior parte delle persone si sposta infatti a piedi, o meglio di corsa (anche se sembra ormai inusuale, è un fatto reale); nell’ambiente scolastico, il 90% ha provato la corsa a livello agonistico, anche se solo a carattere dilettantistico, generando un bacino di utenza doppio rispetto a qualunque altro paese.

La carenza, e in certi casi assenza, di sport concorrenziali, per mancanza di strutture e di tradizione, ha favorito l'unico sport che si può praticare usando solamente il proprio fisico: la corsa.


Anche le motivazioni economiche non sono da sottovalutare: negli ultimi 15-20 anni molti manager europei hanno fatto spola in questi paesi alla ricerca di campioni, che hanno avuto lauti compensi, favoriti da una maggiore tolleranza al sacrificio e alla fatica.

Anche se non esiste una reale correlazione fra alimentazione e prestazione, sicuramente si può affermare che un'alimentazione iperproteica associata all’attività fisica stimola un fisico molto muscoloso (come quello degli sprinter), mentre un'alimentazione ipocalorica stimola la formazione di un fisico magro, sia come percentuale di massa grassa sia come IMC (come quello di keniani ed etiopi).

In conclusione possiamo affermare che caratteristiche quali l’altura, la struttura somatica e l’alimentazione, che contribuiscono ognuna in percentuale minima, convergono a sostegno dei fattori motivazionali, fisici e culturali che rappresentano il vero segreto dei corridori degli altopiani.

Ritratto di Giorgio Bertini Fisioterapista
Appassionato di Sport cerca da sempre da correlare la sua passione alla pratica clinica fisioterapica. Si laurea in Fisioterapia nel 2018 con il massimo dei voti all'Università di Pisa, con tesi in via di pubblicazione sulla tendinopatia...
Facebook profile
Sito web
Ritratto di Marcello Chiapponi
Mi occupo di riabilitazione, fitness e di salute in generale. Tratto disturbi posturali ma anche disturbi funzionali del metabolismo (digestione lenta, stanchezza, difficoltà del sonno, gonfiori) tramite attività fisica e tecniche specifiche. Il...
Facebook profile
Sito web
Ritratto di Ryakos Center
Il centro Ryakos si occupa di Riabilitazione e Fisioterapia Napoli, in zona Vomero. È coordinato dall’esperienza trentennale del Dott. Michele Franzese, Fisioterapista.
Facebook profile
Sito web
Ritratto di Alberto Bruno
La corsa per me è vita, fonte di amicizie spassionate. Ho iniziato a correre insieme a mia figlia e mi sento fortunato, molto fortunato!
Ritratto di Salvo Greco
Avevo 16 anni quando iniziai ad amare la corsa e, da allora, non ho mai smesso
Facebook profile
Ritratto di Laura Cantini
Fiorentina d'origine, nomade per lavoro, attualmente vive a Parigi. Di professione ricercatrice, studia il cancro di giorno e nel tempo libero corre
Facebook profile
Ritratto di Mattia Roppolo
Mattia Roppolo, PhD, è Chinesiologo (laurea in scienze motorie) e Osteopata (DO). Si occupa anche di allenamento e preparazione atletica per le discipline di Mezzofondo/Fondo, Trail Running e Triathlon. È l’ideatore e sviluppatore del progetto “...
Facebook profile
Profilo Twitter
Sito web

Scrivi un commento

Accedi o Registrati per inserire il tuo commento.

Commenti

Caro Salvo dopo aver letto il tuo articolo interessante e sicuramente utile ad aprire una discussione ,mi permetto di portare un contributo basato su alcune riflessioni. Le tue spiegazioni al fenomeno corridori Africani del mezzofondo e fondo, più che Keniabi , altrimenti Gaebre,Bekele,Bibaba etc non si spiegherebbero, sono convincenti a metà. Nel senso che ci dicono ,in tutto o in parte perchè i neri africani vanno forte .Purtroppo non ci dicono perchè i bianchi ma in generale il resto del mondo, da dieci anni a questa parte sono spariti e non solo perdono ma vanno come lumache. Forse che solo li ci sono poveri cristi affamati, col sangue agli occhi e numerosi che vivono a milioni in altura? E come mai Cova,D'urso,Antibo,Bordin ,Baldini li battevano nei grandi appuntamenti e adesso siamo diventati comparse o spettatori e tifosi? Le gare si vincono con buoni tempi e i Coe,Ryun,Snell, Clarke, Cacho,Baumann, Vajnio, Tummler, Ovett,Cramm,Dixon, Schorter, Dinapoli li facevano con facilità mentre oggi facciamo, tranne casi isolati,ridere. Non è la loro ascese il fenomeno da studiare ma il crollo degli altri. Giarratana fa giovane fa attorno ad 8'30" nelle siepi. Se fra due/tre anni scende a 8'05 non farà il primato del mondo ma sta con loro, come facevano Panetta e Scartezzini. Se si ferma a 8'20" è va fuori in batteria ,magari con 8'40" e poi la gara si vince con 8'10" non sono loro fenomeni ma lui una pippa e tu un bischero xhe lo fai allenato. Cosa ne pensi?