
Ancora un'altra impresa per Russo e Spata della Padua Ragusa
Ci hanno preso gusto ormai alle grandi gare estreme di atletica Salvatore Russo e Carmelo Spata, entrambi della Padua Ragusa: infatti, dopo la 100 km della Tunisia e soprattutto dopo la 100 km del Senegal, dove hanno ottenuto rispettivamente il 2° e 4 ° posto assoluto, è stata la volta della massacrante 0-3.000, ovvero la Supermaratona dell’Etna, dal mare di Marina di Cottone fino ai 3.000 metri slm dell’Etna.
Una gara, unica, massacrante, una competizione affascinante, etichettata come l'unica gara al mondo in cui si vede sempre il traguardo e certamente una delle maratone con il maggior dislivello.
Se si pensa che già di per sé la maratona è una gara massacrante, e gli addetti ai lavori che l’hanno fatta sicuramente possono confermare, pensare a una maratona tutta in salita, con un dislivello di 3.000 metri è qualcosa di inimmaginabile.
Alla fatica dei 43 km si aggiunge la fatica della salita, a quella della salita si aggiunge quella dovuta alla rarefazione dell’aria, a quest’ultima si aggiunge ancora quella per il fondo stradale che negli ultimi 10 km diventa sabbia silicea dove non si può che camminare, a quest’ultima si aggiunge infine il caldo, tanto che alla fine molti atleti viaggiavano a torso nudo. Insomma, la sublimazione della fatica, dove si supera il confine della fatica e si entra in quello del dolore fisico: basti pensare che Russo, pur con alle spalle ben 7 ironman triathlon portati a termine, negli ultimi 10 km ha camminato in preda ai crampi.
150 iscritti da tutta Italia, con 109 arrivati e anche stavolta i nostri 2 atleti hanno fatto un’ottima figura: Russo 20° assoluto con 5h 46’, Spata 37° assoluto con 6h15’, tempi che danno l’idea della fatica della gara se si pensa che Russo ha un 2h 56 nella maratona (quella normale…..) e Spata viaggia agevolmente intorno alle 3h15.
Insomma un’altra prova di grande livello che dimostra la solidità e la forza sia fisica che mentale di questi 2 fortissimi atleti.
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