Mobilità - Potenziamento - Tecnica: 3 aspetti fondamentali del Runner

Mobilità - Potenziamento - Tecnica: 3 aspetti fondamentali del Runner

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TECNICHE DI LAVORO COMPLEMENTARI PER MIGLIORARE IL PROPRIO RENDIMENTO Per fare un grande o piccolo salto di qualità nella corsa prolungata è oramai assodato che non basta correre qualche chilometro in più rispetto alle proprie abitudini, ma che è anche assolutamente indispensabile curare anche il tono muscolare generale, l’efficienza della muscolatura posturale, cioè di tutti quei gruppi muscolari che sono posizionati intorno al nostro baricentro e della meccanica di corsa per metabolizzare una azione che sia sempre la più economica possibile a qualunque velocità. Senza dimenticare che, esiste anche una tecnica di respirazione che riveste a sua volta una particolare importanza nell’ambito della prestazione soprattutto per i soggetti più ansiosi. L’esempio più lampante, in senso positivo, arriva dal campione olimpico di maratona Stefano Baldini, un atleta che nel suo programma di allenamento ha sempre curato con estrema attenzione il lavoro in palestra, sia sotto forma di potenziamento muscolare, sia sotto forma di stretching, che di mobilità articolare. Non a caso il campione azzurro appare oggi molto più mobile e decontratto nella sua azione di corsa di quando di anni ne aveva meno di venti e militava nella categoria juniores. Moltissimi invece sono gli esempi negativi che ho potuto riscontrare nella mia lunga attività di allenatore prendendo atto di quanto molti atleti di medio-alto livello siano particolarmente carenti sia come tono muscolare, sia come mobilità articolare e quindi molto più propensi ad infortunarsi nei periodi di grande carico di lavoro. Questo succede perchè in molte occasioni, soprattutto quando non si può disporre di un allenatore in grado di individuare le carenze specifiche di un atleta, si finisce inevitabilmente per sottovalutare l’importanza di alcuni esercizi specifici che invece possono davvero aiutarlo ad ottenere il massimo rendimento. Alla luce di queste considerazioni, crediamo che possano essere utili tre tabelle specifiche di consigli di allenamenti specifici da fare in palestra per atleti di alto livello, per corridori amatori e per giovani fondisti in via di formazione. Queste sedute, soprattutto per chi ha carenze specifiche, non dovrebbero mai essere abbandonate per tutto l’anno, anche se naturalmente devono trovare maggiore spazio durante tutta la stagione invernale miscelandole con l’eventuale attività agonistica oppure effettuate nell’ambito di in un ciclo di allenamento di richiamo muscolare che di solito coincide con il mese di aprile. Entriamo ora nello specifico dei cinque temi di lavoro generale. MOBILITA’ ARTICOLARE E STRETCHING. Cinque, dieci minuti da eseguire dopo il riscaldamento di corsa. Oltre a qualche esercizio statico è bene privilegiare gli esercizi di mobilità articolare sia in movimento, sia usando gli ostacoli con altezze diversificate a seconda delle caratteristiche di ogni singolo atleta. RAFFORZAMENTO MUSCOLATURA POSTURALE E BRACCIA: Spazio al potenziamento degli addominali retti ed obliqui, dei dorsali e dei glutei alternandoli agli esercizi per potenziare le braccia. POTENZIAMENTO CON SOVRACCARICHI. Può essere la novità vincente di questo piccolo programma. Scegliere carichi non troppo pesanti usando un bilanciere con un peso totale compreso fra i 20 ed i 30 chilogrammi al massimo, effettuare 4/5 serie di ripetizioni veloci di 15/20 semisquat, con pause di tre o quattro minuti di recupero, con l’ultima serie ad esaurimento. Non lavorare assolutamente con carichi maggiori perché un eccessivo potenziamento può alterare il metabolismo muscolare spostandolo quasi totalmente verso l’utilizzazione degli zuccheri, situazione negativa per un fondista o per un mezzofondista prolungato. REATTIVITA’ NEUROMUSCOLARE. Nelle pause di recupero fra una serie di semisquat e l’altra vanno inseriti come momento di trasformazione del lavoro di forza tre o quattro esercizi di reattività neuromuscolare, vedi skip, saltelli, balzi veloci o andature varie, seguite sempre da una breve fase di accelerazione di 15/20 metri. TECNICA RESPIRATORIA. Si può effettuare alla fine della seduta di potenziamento, ma anche in altri momenti della settimana di allenamento. Si tratta di compiere una serie di 5/6 piccole ripetute che comprendono una fase di inspirazione massimale di 4 secondi, quindi un apnea di 16 secondi, infine una lunga fase d di espirazione di 8 secondi. Fra ogni ripetuta respiratoria va fatto un recupero di 30 secondi. L’obiettivo finale, oltre al rilassamento momentaneo, è quello di riuscire a controllare ed a migliorare gli scambi gassosi sotto sforzo.

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Sono un atleta semplice, non l’amico bravo, né quello esperto. Sono quello che arriva a metà gruppo e che mette il ghiaccio sul ginocchio dopo le gare più lunghe. Ho iniziato a nuotare tardi, poi a correre ed infine ad andare in bicicletta. Senza...
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Martina è originaria di Scicli, Sicilia. Sin da quando era bambina è appassionata di Running e, oggi, continua a praticare la corsa, coltivando la sua passione con dedizione ed impegno.
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Ha vissuto una parabola podistica lunga 50 anni come agonista, amatore e, infine, come praticante della corsa benessere. Nel 2009 ha pubblicato " Essere Corsa" ( Edizioni Del Faro ) e, nel 2015, " Correre con la testa" ( Fusta...
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Commenti

la tecnica respiratoria, la si deve fare correndo,facendo le ripetute, o da fermi???