Return to run

di Andrea Cassanelli - Mer, 30/03/2022 - 18:06
Qual è la procedura che un atleta deve rispettare per tornare a praticare sport a livello agonistico? L'allenatore risponde alla domanda

Il titolo deriva da “Return to Play”; si tratta di quella procedura che un atleta deve rispettare per tornare a praticare sport a livello agonistico.

Il tempo passato da febbraio 2020 è tanto. Quella data ha contrassegnato il distacco momentaneo dalle attività più o meno agonistiche. Abbiamo cercato da prima di mantenerci in forma in tutti i modi, a casa, sui balconi ed i più fortunati nei giardini o parchi antistanti. Poi finalmente, le regole seppur stringenti, hanno permesso una piccola ripresa delle attività, anche se le limitazioni imposte per evitare gli assembramenti nelle tapasciate della domenica, toglievano il gusto della partenza di gruppo ed il piacere di ritrovarsi insieme.

Oggi, finalmente, intravvediamo la luce in fondo al tunnel. Compreso bene che questo virus ci accompagnerà per molto tempo, grazie alla evoluzione farmaceutica ed alle cure sviluppate, tutto sembra presagire ad un ritorno più o meno rapido alla normalità e le corse si stanno via via moltiplicando andando a ripopolare i vari calendari podistici.

E noi, siamo pronti per tornare a praticare sport?

Noi? Siamo pronti? Credo che la voglia di tornare a correre in gruppo sia tanta e la possibilità di tornare a confrontarsi con altri amici sportivi della domenica si faccia sentire, tuttavia non dobbiamo bruciare le tappe o quantomeno pretendere di essere ai livelli di quando abbiamo interrotto l’attività.



tornare a praticare sport

E’ facile farsi prendere dal ritmo degli altri, ma dovremo acquisire consapevolezza dei nostri mezzi attuali e non cadere nella frenesia della prestazione memori dei tempi passati.

Per non cadere in tentazione, consiglierei una corsa in progressione, soprattutto se fino a quel momento non si è fatta alcuna seduta che riproducesse i ritmi impegnativi di una competizione od almeno sedute di corsa svelta e protratta nel tempo. La corsa in progressione, se eseguita in modo corretto permette di prendere confidenza con il proprio impegno fisico e di gestire lo sforzo andandosi a spendere sempre un po’ di più via via che i chilometri si susseguono.

E’ chiaro che occorre partire “cum grano salis”, quindi non troppo forte, altrimenti ci troveremo già in fatica dopo pochissimi chilometri, costretti inevitabilmente a rallentare.

Nel caso in cui si sia eseguito qualche allenamento consistente che ci abbia impegnato a ritmo gara, si potrà partire in modo più deciso e comunque su ritmi che non devono discostarsi di molto da quelli sostenuti in allenamento.

L’euforia del ritorno alle corse può giocare brutti scherzi se non gestita in modo adeguato ed il piacere di ritrovarsi a correre insieme non deve trasformarsi nell’incubo di giornata, perché la corsa deve restare una gioia.


Buone corse!

Ritratto di Andrea Cassanelli
Atleta e Tecnico Fidal tesserato per la S.G. La Patria Carpi
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Commenti

il ritorno alla corsa è sempre qualcosa di molto complesso, soprattutto dal punto di vista psicologico. mi è capitato più volte di essere pronto fisicamente ma non mentalmente...arrivando spesso e volentieri ad inventarmi scuse per non...correre!
Verissimo. Spesso si ha timore di non tornare come prima e ci si prefigge dei ritmi insostenibili fin da subito. Sì, la testa conta più del fisico
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