Eliud Kipchoge all'arrivo della maratona di Berlino 2018

42 km in 2:01:39: record del mondo mix di tecnica e consapevolezza

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Maratona di Berlino 2018, Eliud Kipchoge stabilisce il nuovo record del mondo: 2:01:39, un mix di tecnica e consapevolezza, 42 km corsi col sorriso

2:01:39: ancora mi risuona nella testa e continuo a ripetermelo. Pensare che in questo lasso di tempo un atleta abbia coperto una distanza di 42.195 metri, ha quasi del surreale. Ho visto la Maratona di Berlino e subito ho capito che Eliud Kipchoge faceva sul serio. Non si trattava di una iniziativa di marketing come la Breaking 2 della Nike, che lo stesso atleta aveva corso lo scorso maggio sfiorando il muro delle due ore, ma in condizioni di favore che non avrebbero comunque reso omologabile l’eventuale primato. Qui aveva l’occhio della tigre e, come si suol dire, l’ha messa subito giù dura!

Di lui in questi giorni si è scritto di tutto, dal training camp in altura tra i 2.000 e 2.400 metri, alle tabelle dettagliate, dall’abbigliamento personalizzato alla quantità di chilometri settimanali alla base della preparazione. Tutti argomenti di sicuro interesse, che hanno stuzzicato anche la mia attenzione.

Tuttavia, vorrei approfondire due aspetti che mi colpiscono particolarmente di questo atleta.


Tecnica – Kipchoge credo meriti di essere mostrato a tutti coloro che vogliono cominciare a correre, che si tratti di ragazzi che si approcciano all’atletica o adulti che vogliono cominciare a correre. Più volte mi soffermo su questo aspetto anche con gli atleti che seguo. Avere una tecnica di corsa efficiente, permette di utilizzare al 100% l’energia che riusciamo a produrre, trasferendola efficacemente al suolo. In tutte le distanze, ma in particolar modo la maratona, risparmiare energie risulta fondamentale per il buon esito della gara. Eliud Kipchoge proviene, come molti, dalla pista e quasi sempre la pista aiuta ad affinare quello che sono gli appoggi e la risposta ad ogni passo. Non importa essere campioni per frequentare un impianto di atletica e le risposte che si ottengono dalle esercitazioni tecniche sono estremamente importanti.



Eliud Kipchoge

Consapevolezza – Nella Maratona di Berlino, ma anche in tante altre gare, questo atleta ha dimostrato di credere più di ogni altra cosa in se stesso. Molti di voi staranno sorridendo pensando: “Facile, è il più forte!”, ma ciò è vero se si crede di esserlo mettendo a frutto le proprie capacità. Nel lotto dei partecipanti vi erano atleti di valore assoluto come Kipsang, che vanta un primato personale di 2:03:13 ottenuto due anni fa, che avrebbe intimorito chiunque. Kipchoge, invece, fin dai primi chilometri si è imposto ed ha voluto mandare un messaggio molto forte e preciso: “Oggi sto bene ed oggi si fa a modo mio”. Questa consapevolezza, frutto certamente anche degli allenamenti svolti, ha permesso all’atleta di mantenere un livello di concentrazione elevatissimo. Lui stesso alla fine della gara ha detto che sapeva di essere sui ritmi del primato, ma non si aspettava di averlo battuto di così tanto. È sempre rimasto concentrato sulla gara senza farsi distrarre dalle emozioni che lo circondavano.


Dopo questa prova, è difficile dire quali siano veramente i limiti del corpo umano. All’arrivo è apparso sì stanco, ma non stremato e questo fa pensare che ci possa essere ancora margine verso il vero limite estremo.

Lui è un atleta di élite, una macchina perfetta a cui madre natura ha dato qualcosa in più rispetto a tanti altri, tuttavia credo che ognuno di noi possa apprendere qualcosa da questo splendido atleta, anche solo il sorriso che gli si stampa sul viso ogni volta che corre.


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Classe 1989, Regista Autodidatta del primo programma televisivo a cadenza settimanale sull'Atletica Leggera chiamato "Riflettori sull'Atletica".
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Nasce a Torino il 09 settembre 1963; manager per un Industria del settore Gomma-Plastica; innamorato da 32 anni di Maria Grazia, sposato da 25, padre di due splendide bimbe Noemi di 21 anni e Irene di 19 anni; da sempre ama lo sport, corre da 34...
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