La tendinite: cause e rimedi
Il tendine di Achille è il tessuto fibroso che collega il tallone ai muscoli posteriori della gamba, quelli del polpaccio. Si tratta del tendine più grande e più forte del corpo.
Una delle patologie più comuni fra i podisti è l’infiammazione al tendine d’Achille, chiamata tendinite. Questa patologia è caratterizzata da microlesioni, e talvolta gonfiore, del tendine che causano dolore nella parte posteriore della caviglia.
La tendinite può verificarsi a causa di un trauma improvviso o di sovraccarico da allenamento. L’incidenza di questo infortunio aumenta con l’età, quando i tendini diventano meno flessibili, e colpisce più spesso gli atleti amatori che i giovani. I fattori di rischio che aumentano l’incidenza della tendinite sono la corsa in discesa, le calzature poco consone alla corsa, con tallone basso o suole molto rigide. Altri fattori che possono contribuire alla tendinite sono il diabete, l’artrite reumatoide, ma anche un’errata tecnica di corsa oppure una deformità congenita come la dismetria degli arti o il ginocchio varo o valgo.
Il dolore si aggrava quando il tendine è in allungamento, cioè quando avviene il movimento dell’arto o dell’articolazione interessata, provocando fastidio e gonfiore. In caso di tendinite grave, c’è una limitazione di movimento e il dolore peggiora quando si preme sul tendine.
Per capire se si è affetti da tendinite si può eseguire un test, che consiste nel mettere la caviglia in posizione di flessione dorsale, spingere con la punta del piede, mettendo il piede in flessione plantare. Il test è positivo quando si sente dolore sul tendine d’Achille.
Generalmente non sono necessari esami strumentali per diagnosticare una tendinite. Può essere utile fare un’ecografia perché mostra se il tendine è ispessito e/o lacerato. Ovviamente la risonanza magnetica è l’esame migliore perché può mostrare anche eventuali calcificazioni, ma si effettua raramente.
Il riposo è una parte fondamentale nella cura della tendinite, il quanto permette la riparazione delle micro-lesioni. Per combattere l’infiammazione è utile fare degli impacchi di ghiaccio.
Evitare il rischio di tendinite cronica è importante e a tale scopo è bene evitare di sforzare la parte interessata, sospendendo qualsiasi attività fisica che la coinvolga, dal lavoro alla pratica sportiva.
Per accelerare il processo di guarigione è bene rivolgersi ad uno specialista, come il fisioterapista, che, con adeguate manipolazioni e massaggi, può sbloccare l’articolazione della caviglia e favorire la circolazione sanguigna che permette la guarigione. Inoltre, quest’ultimo saprà valutare in base alla gravità dell’infiammazione, l’applicazione di tecniche fisioterapiche come laser terapia, ultrasuoni e onde d’urto, che possono essere utili per ridurre il gonfiore e il dolore perché hanno un effetto antinfiammatorio. Lo stretching del tendine è sconsigliato perché può aggravare il dolore temporaneamente e non risolve la tendinite.
Una pratica efficace è rappresentata, invece, dagli esercizi eccentrici, questi provocano l’allungamento del muscolo quando si applica il carico (il muscolo viene allungato mentre si contrae), l’opposto degli esercizi concentrici in cui il muscolo si accorcia durante la contrazione. Si è visto che gli esercizi eccentrici per il polpaccio hanno una grande efficacia nel trattamento all’infiammazione del tendine d’Achille.
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