
Obiettivo mancato a causa della pubalgia
L’obiettivo di Martina per la 1a Mezza di Avola era quello di, se non proprio fare il personale, almeno realizzare un ottimo tempo. D’altronde le premesse c’erano tutte: gli allenamenti erano andati tutti apparentemente abbastanza bene e la nuova calzatura abbracciata da qualche settimana, le KipRun Long di Kalenji, rispondeva ottimamente. Certo, c’era stato qualche piccolo fastidio all’inguine, avvertito leggermente, quasi “in lontananza”, ma lo si era voluto ignorare, quasi come se, a non dargli retta, lui scomparisse da solo… Un vizio questo che hanno molti runners.
E così Martina si presenta puntuale, dopo il dovuto riscaldamento, alla partenza delle mezza, carica e sorridente. I primi 2 chilometri fila tutto liscio, correndo fianco a fianco con l’amica Giusy. Dal terzo chilometro in poi ecco che il fastidio ritorna, ma stavolta ha deciso di farsi sentire, anzi di gridare, costringendo Martina a stringere i denti e chiudere la sua gara al settimo chilometro, riuscendo a completare assieme all’amica, quantomeno la mini-podistica organizzata a contorno della mezza.
Il fastidio all’inguine avvertito altro non era che pubalgia. Ma di cosa si tratta esattamente?
La pubalgia è una sindrome dolorosa che interessa principalmente il retto addominale e gli adduttori, nella loro inserzione sul pube, con il dolore che colpisce soprattutto zona inguinale e interno coscia. In rari casi il dolore compare durante la fase di riscaldamento, per poi affievolirsi man mano che si prosegue nell’allenamento, mentre è molto più comune che si intensifichi costringendoci a fermarci.
Le cause possono essere le più svariate, ma le principali sono soprattutto allenamenti svolti al di sopra delle nostre possibilità, riscaldamento non adeguato, generale affaticamento sottovalutato durante la preparazione o in generale microtraumi. Delle volte può essere sufficiente svolgere i propri allenamenti su superfici che non si adattano bene alla nostra corsa.
Come si previene?
Non ci sono regole prestabilite che ci diano la certezza di non incorrere in questo problema. Di sicuro però possiamo innanzitutto evitare in allenamento di “strafare”, allenandoci magari con compagni che hanno dei ritmi o dei tempi molto superiori ai nostri.
Indossare una scarpa molto ammortizzata, come la KipRun Long, che riduca i microtraumi alle articolazioni della gamba è di sicuro un ottimo aiuto.
Nel caso di Martina la causa è stata quasi sicuramente il sovraccarico eccessivo durante la preparazione; l’ottima condizione fisica l’aveva portata ad eccedere in alcune sedute generando un processo che pian piano è andato sfociando nella pubalgia.
Come si cura?
Prima di tutto riposo, stretching e poi un salto dall’osteopata per verificare assieme che non vi siano dietro a questo problema dei problemi posturali.
Fin dove possibile sarebbe buone evitare di assumere antinfiammatori.
Adesso non ci resta che augurare un grosso in bocca al lupo alla nostra Martina!
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