Il prezzo del sudore
Questo articolo è dedicato a chi ama la corsa e porta dentro di sé l’anima agonistica; coloro che si sono fissati un obiettivo ben preciso e sono determinati a raggiungerlo, costi quel che costi, lecitamente.
Ricordo che qualche anno addietro, quando preparavo una gara non vi era nulla che poteva fermarmi. Ero disposto a correre in qualsiasi condizione meteo ed a qualsiasi ora. In particolare ricordo un pomeriggio autunnale con vento e pioggia, che dovesse capitarmi oggi, guarderei tranquillamente dalla finestra sospirando. A quel tempo invece ho indossato senza alcun timore il giacchino smanicato e sono uscito a farmi la seduta di fondo medio senza batter ciglio, anzi, soddisfatto e temprato a fine seduta per aver corso in quelle condizioni avverse.
Ho già sottolineato varie volte come l’aspetto mentale influisca notevolmente sugli allenamenti e nella corsa e come sia essenziale ben predisporsi alla fatica nel caso di sedute impegnative.
Da qualche anno sono un simpatizzante di Sifan Hassan, mezzofondista Olandese di chiare origini Etiopi, senza particolare motivo o forse perché è una europea che si batte ad armi ari con le africane. La Hassan ha da sempre corso distanze tra gli 800 ed i 3000 metri con risultati di prestigio assoluto a livello europeo, mentre aveva raccolto “solo” un bronzo ai mondiali di Pechino del 2015.
Bene, nel 2016 decide di cambiare allenatore e di affidarsi alle mani “pesanti” di Alberto Salazar che sì segue atleti di élite, ma è famoso per farti gocciolare fino all’ultima stilla di sudore possibile. Capirete che chiunque si affidi ad un tecnico del genere sa abbastanza bene che cosa lo aspetti e come la determinazione debba essere ai massimi livelli.
Poco tempo fa la Hassan ha ottenuto il primato mondiale sul miglio ed ha, secondo le dichiarazioni del suo tecnico, in programma di battere quello sui 1500 e 5000. Per farlo non corre con qualche compagna di livello inferiore, ma con Yomif Kejelcha, talentuoso 21 enne anch’esso Etiope allenato da Salazar. La Hassan non molla un centimetro ed arriva allo stremo delle forze vomitando spesso a fine allenamento per l’accumulo di acido lattico e lo sforzo sostenuto.
Quanti di voi si rivedono nella Hassan? Anche senza arrivare ai limiti di una atleta, che vale la pena di ricordarlo, è professionista, quanti sono disposti a soffrire durante le sedute pur di raggiungere il risultato? Quanti pensano a cosa introdurre a pranzo perché la sera occorre allenarsi?
Corsa, parola d'ordine: determinazione!
Determinazione, non esiste altro sostantivo che possa sostituire questo nella vita di un atleta. L’obiettivo lo possediamo più o meno tutti, ma come raggiugerlo dipende soltanto da noi a da quanto siamo disposti ad impegnarci per raggiungerlo.
Pur comprendendo di non essere atleti professionisti, quando ci attacchiamo un pettorale, lo facciamo per entrare in competizione con gli altri e soprattutto con noi stessi. In quel momento quanto siamo disposti a soffrire per raggiungere il nostro traguardo?
Buone corse!
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