Adesso che non corro come prima...non riesco a fermarmi più

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Il nostro amico Michele Amato ci racconta il suo approccio alla corsa amatoriale, che da lontana curiosità diventa "malattia" fino a quasi professione.

Diciamo la verità, io odiavo alzarmi presto la mattina, figuriamoci dovevo farlo per andare a correre. Finchè era per lavoro, lo facevo, a denti stretti, rimproverando l'odiata sveglia, ma alla fine mi alzavo. La domenica dormivo fino a tarda ora e solo l'idea di svegliarmi presto per andare a "seguire" una gara podistica, mi faceva venire l'orticaria. Gli anelletti al forno, la cotoletta fritta erano le mie ripetute, i sonnellini pomeridiani sul divano, i miei "lunghi".

Poi come "folgorato sulla strada di Damasco" ecco che tutto cambia. La colpa è dell'estate e di un mio parente runner al quale viene la bella idea di propormi una corsetta "giusto 20 minuti" mi dice...lui che venti minuti gli bastavano solo per allacciarsi le scarpe e poi via chilometri e chilometri, lungo statali, "trazziere", discese ardite e impervie risalite. Complice il periodo propizio...da poco avevo perso peso, una decina di chili quanto bastava per sentirmi Bruce Willis in "Solo 6 Ore", ecco che, incoscientemente, accettavo quell'invito...

Ma facciamo un passo indietro, il mio mestiere, da 23 anni a questa parte è fare il giornalista, passione, cuore, fatica e sacrifici, un po' come lo sport, sudore compreso. Lo sport l'ho sempre praticato, il nuoto perché piaceva alla mamma (poi sarebbe piaciuto e tanto a me) il tennis (solo un anno perché non piaceva proprio a nessuno). E piano piano il binomio professione - sport cresceva sempre di più fino a quando sarebbe diventato un tutt'uno.

Michele Amato

Ma torniamo a quei 20 minuti perché poi sarebbero diventati 30, poi 8 chilometri, poi 15...ed ecco il "virus" della corsa si impadronisce di me. E così le prime garette: la prima in assoluto la ricordo ancora a San Filippo del Mela. Corsi 4 chilometri, una sorta di non competitiva che anticipava la gara dei Master che guardavo da lontano con circospezione e ammirazione. Arrivai quarto (premiavano i primi tre) ed ero comunque felice, avevo scoperto che anch'io producevo endorfine, non le conoscevo, ma già sentivo che mi sarei innamorato di esse.

La prima mezza, a Capaci (a due passi dalla mia Palermo) non fu una mezza...strano a dirsi vero a farsi, infatti per un errore dei vigili urbani gli atleti (me compreso) corsero poco più di 18 chilometri. Arrivato guardai il crono e mi sentii un "top", ma scoperto l'erroraccio, capii che in proiezione avrei fermato il crono a poco più di 1h55". Però correvo e capivo che non volevo fermarmi più...la prima mezza l'avrei fatta l'anno dopo a Palermo (2009) e credetemi la ricordo come se fosse oggi. Lo sport entrava nuovamente nella mia vita e quell'ingresso ad una età non più fanciullesca, mi gasava, mi faceva sentire un leone nella Savana, un re sul trono, stavo scoprendo che i limiti non esistono e che se una cosa la vuoi fare, la puoi fare; da quel momento non mi sarebbe più pesato alzarmi presto la mattina, tutto adesso era più chiaro, almeno così pensavo.

Michele Amato

E il lavoro? Quello proseguiva con più bassi che alti e così un giorno l'idea! Perché non raccontare la "corsa" con un giornale on line...in fondo (al contrario di oggi) non erano molti a farlo...ed ecco la nascita della testata giornalistica "siciliarunning" che più volte ho definito una creatura...nasce siciliarunning, nascono le foto che all'inizio non scattavo neanche io, perchè io nel frattempo continuavo a correre.

Poi però l'impegno diventa più "importante" il sito non è più un passatempo ma un impegno lavorativo, le news, le photogallery, l'informazione sono loro che corrono più di me; riesco ad unire le cose che amo fortemente la corsa e la professione...continuano i sacrifici, in questi anni sono diminuiti i chilometri fatti con le scarpette da running (ultimamente si sono azzerati) e sono aumentati quello fatti in auto, per raccontare le gare in giro per la Sicilia. Le foto diventano tante, i ricordi anche, siciliarunning mi da l'opportunità di conoscere tantissima gente, amici, conoscenti, l'avventura iniziata quasi per caso, diventa vita di ogni giorno...la corsa mi ha dato tanto e qualcosa adesso (scusate se pecco di presunzione) mi sento di aver dato anche a lei.

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Appassionato di Sport cerca da sempre da correlare la sua passione alla pratica clinica fisioterapica. Si laurea in Fisioterapia nel 2018 con il massimo dei voti all'Università di Pisa, con tesi in via di pubblicazione sulla tendinopatia...
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