Oddio, ho saltato una seduta di allenamento!
Una situazione che infastidisce l’atleta agonista è l’impossibilità di eseguire, come da tabella, una seduta di allenamento od ancor peggio l’incapacità di portarla al termine. Questo generalmente provoca un profondo senso di frustrazione ed inadeguatezza che rischia di minare fortemente la propria autostima.
Senza addentrarci troppo sotto il profilo psicologico, che lascio a persone molto più competenti, affronterei l’aspetto fisico di questa possibilità.
In altri articoli abbiamo già sollevato il fatto di come, non essendo atleti professionisti, lo stress sia fisico che mentale, derivante dalle situazioni lavorative possa influire sull’andamento delle sedute e di come non sia facile gestire la fatica dell’allenamento sommandola a quella del lavoro.
Abbiamo anche visto come le temperature estremamente basse o di contro molto alte vadano a peggiorare le performance e di come si debbano interpretare i tempi ottenuti in quelle situazioni estreme.
Allenamento e flessibilità
Venendo invece alla flessibilità citata in testa a questo articolo, molti atleti credono che saltare una seduta, se pur a causa di condizioni avverse, possa compromettere la preparazione anche se ovviamente non è così. Molto difficilmente troverete sulla tabella di allenamento una seduta singola, cioè che non si ripeta nel corso dell’intera preparazione. Solitamente le sedute vengono ripetute nell’ambito di un ciclo, ragion per cui se oggi avevamo -6° ed abbiamo preferito optare saggiamente per una seduta di corsa lenta piuttosto che una serie di ripetute, non abbiamo di certo minato la nostra preparazione.
Ritengo saggia questa decisione in funzione di due aspetti:
- Le temperature estremamente basse (ma varrebbe anche per quelle torride), avrebbero prodotto un effetto negativo sui tempi generando nell’atleta sconforto e l’idea di essere peggiorato
- Sempre in considerazione del freddo, la difficoltà del muscolo a contrarsi, avrebbe aumentato considerevolmente il rischio d’infortunio.
La forza e consapevolezza dell’atleta risiede proprio nel fatto di saper interpretare le situazioni estreme che lo circondano, siano esse fisiche o psichiche. Un allenamento saltato non è una tragedia, ed il vostro tecnico, se necessario, interverrà sulla tabella per far sì che la seduta si recuperi diversamente durante il percorso; non è altro che una piccola deviazione sulla strada che porta al nostro obiettivo, che comunque raggiungeremo.
Per i podisti meno agonisti, il sapersi ascoltare è molto importante, perché se è vero che in situazione estreme saranno i primi a ragionare sulla possibilità di modificare o saltare un allenamento, potrà di contro accadere che in giornate nelle quali ci sentiremo particolarmente motivati si possa osare qualcosa di più della sola seduta di corsa.
Non bisogna confondere la determinazione con l’ostinazione, ed in funzione di questo che dovremo apprezzare la nostra flessibilità.
Buone corse!
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