
Esercizi allungamento : stretching dinamico e attivo
Continuiamo ad analizzare i vari tipi di stretching; oggi vedremo lo stretching dinamico e quello attivo.
Stretching dinamico: questa tecnica ha lo scopo di forzare il movimento dei muscoli verso il loro limite tramite movimenti ritmati e rimbalzanti, motivo per cui questa tecnica è molto criticata in quanto può essere pericolosa per i muscoli stessi.
I principali svantaggi di questo tecnica sono:
- il minimo tempo d’allungamento non permette un adeguato adattamento dei tessuti nei confronti dello stiramento stesso
- la velocità dell’allungamento stimola il riflesso miotatico da stiramento.
Altre teorie però vedono questa tecnica di allungamento come molto vantaggioso per l'atleta in quanto l'allungamento provocato riproduce quello che si verifica nella corsa.
Un compromesso potrebbe essere quello di adottare un programma di lavoro in cui,(preceduto da un’adeguata fase di riscaldamento) la velocità e l’ampiezza dell’allungamento vengono aumentate progressivamente, permettendo in tal modo un graduale adattamento delle strutture muscolo-tendinee, riducendo al minimo il rischio d’incidente.
Stretching attivo: questa metodica è basata sull’utilizzo di tecniche che comportano il raggiungimento e il mantenimento della massima posizione di allungamento, conseguita solo con la contrazione muscolare attiva.
Lo stretching attivo esclude quindi ogni tipo di intervento esterno. È importante ricordare che la tensione della muscolatura agonista contribuisce al rilassamento della muscolatura antagonista (ossia quella sottoposta ad allungamento), grazie al fenomeno dell’inibizione reciproca.
Lo stretching attivo viene utilizzato soprattutto per la ricerca di una flessibilità dinamica che si dimostra molto più “vicina” al gesto atletico, rispetto alla flessibilità di tipo passivo.
Tuttavia, tra gli svantaggi di questa tecnica, troviamo lo stimolo del riflesso miotatico da stiramento.
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