
Corto veloce: come eseguirlo efficacemente
Avevamo già approcciato al corto veloce più superficialmente lo scorso anno, proprio in questo periodo, in funzione del fatto che il caldo opprimente portasse, per così dire, l’atleta allo svuotamento delle energie fisiche e mentali, praticando solo lunghe distanze.
Anche se il ritmo non elevato può far pensare al lungo lento come una seduta facile e non faticosa, di contro con giornate afose e particolarmente calde, il senso di disagio dovuto allo sforzo per immagazzinare aria colma di umidità e la difficoltà da parte del corpo a disperdere il calore aumentando notevolmente la sudorazione, rendono queste sedute molto più complicate del dovuto. Sapendo di dover correre intorno all’ora in quelle condizioni, psicologicamente si può andare incontro ad un senso di inadeguatezza, proprio perché la nostra mente non associa quel tipo di sensazione e fatica ad una seduta di corsa facile.
Volendo eseguire invece un allenamento di qualità che non ci impegni per lungo tempo, ma dia al corpo uno stimolo considerevole, il corto veloce può venirci in aiuto. Vediamo come eseguirlo efficacemente:
- Riscaldamento – Trattandosi di una seduta impegnativa, un buon riscaldamento è fondamentale. Non limitiamoci alla sola corsa, ma eseguiamo qualche esercizio di mobilità generale ed alcune andature tecniche. Concludiamo tutto con 4-5 allunghi di 80 mt cominciando a far girare le gambe.
- Corto Veloce – Come dice il nome non occorre eseguire lunghi chilometraggi. Limitiamoci a distanze che vanno dai 4 ai 7 chilometri. Per chi non ha mai eseguito questa seduta, consiglio un approccio progressivo nella distanza.
- Gestione allenamento – Occorre partire decisi senza indugiare troppo, facendo solo attenzione a non esagerare nel ritmo i primi 1000-1500 metri per non compromettere l’allenamento.
- Gestire lo sforzo – La fatica arriverà inesorabile ed abbastanza rapidamente. Una corretta gestione dello sforzo anche e soprattutto a livello mentale, sarà la giusta chiave di lettura di questo allenamento.
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Lo stimolo allenante che ne deriva sarà notevole, in quanto le frequenze cardiache alle quali si opera sono quasi massimali. Personalmente quando svolgo questo tipo di seduta non guardo il cardiofrequenzimetro, non mi lascio influenzare dai battiti segnati, piuttosto cerco di ascoltarmi sempre per capire a che punto sono e per quanto posso ancora spingere o mantenere quel ritmo. L’analisi della seduta e le relative frequenze è corretto svolgerla a posteriori verificandone il risultato ed associandolo al momento storico ed ambientale. Sono molteplici gli aspetti che possono influire sull’esito dell’allenamento ed è giusto tenerne conto.
Io credo che il corto veloce possa essere utile anche ai maratoneti, almeno quelli che non corrono a velocità tali da permettere un risultato intorno alle 2:30’ per intenderci, che necessitano magari di allenamenti più specifici durante la preparazione, privilegiando quindi altre tipologie di intervento sui ritmi di corsa. Il maratoneta medio può trarre beneficio dal corto veloce, proprio perché opera a velocità superiori a quelle solite, obbligandosi a gestire uno sforzo mentale e fisico che andrà dai 25’ ai 40’ al massimo.
Ritornando da dove siamo partiti, visto la calura estiva, partire sapendo che la nostra seduta avrà una durata relativamente breve, potrà predisporci positivamente ad uno sforzo che per quanto intenso rimarrà comunque limitato.
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