Quali sono i sintomi della pubalgia e dove fa male

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Cosa si intende per pubalgia? Questa patologia si presenta spesso negli atleti e negli sportivi.

Cosa si intende per pubalgia? Questa patologia si presenta spesso negli atleti e negli sportivi. Scoprire quali sono le cause della pubalgia può essere un modo utile per fare prevenzione: è il motivo per cui vogliamo parlare dei sintomi e di come riconoscerla.

Tipologie di pubalgia

C’è una classificazione della pubalgia a cui fare riferimento: sindrome retto-adduttoria; osteo-artropatia pubica o sindrome sinfisaria; sindrome della guaina del retto femorale o del nervo perforante del retto addominale nel calciatore.
Ciascun caso si presenta in modo diverso. Nel primo, infatti, viene coinvolta la zona del pube, ma muscolo-tendinea. Nel secondo, l’origine del dolore è la sinfisi pubica, soggetta ad artrosi. Invece, nel terzo, la pubalgia si manifesta sovente nei calciatori, dopo un trauma.

Differenze di genere

Vale la pena ricordare che la pubalgia non si manifesta sempre nello stesso modo tra uomini e donne, in particolare per quanto concerne la sinfisi pubica, per motivi biologici. Questa informazione è importante soprattutto per il trattamento, così da strutturare un percorso di cura personalizzato.

Come riconoscere la pubalgia

Il modo migliore per riconoscere la pubalgia è sottoporsi a una visita medica; tuttavia, è fondamentale richiedere una lastra del bacino, in quanto potrebbe essere confusa con l’artrosi dell’anca, o ancora un’infiammazione della sinfisi pubica.
Il primo segnale a cui prestare molta attenzione è il dolore all’inguine, che spesso si irradia al basso ventre e all’addome. Questo dolore tende a presentarsi di frequente proprio al mattino, o nel momento in cui si inizia a fare sport.
Quello che suggeriamo è di sottoporsi a una visita, così da escludere eventuali patologie e confermare la diagnosi per iniziare il trattamento.

I sintomi della pubalgia

Il dolore può essere lieve o acuto in base all’avanzamento del disturbo: ecco perché è fondamentale non ignorare i campanelli di allarme che il nostro corpo ci suggerisce.
Durante la fase iniziale della pubalgia e più in generale nelle forme lievi, il dolore non è medio-alto e tende a essere quasi sempre presente al mattino.
Raramente si manifestano ulteriori sintomi, ma può capitare di avvertire la sensazione di non riuscire a svuotare del tutto la vescica. Pertanto, si ha lo stimolo di continuare ad andare al bagno.
La pubalgia in stato avanzato, invece, si manifesta con dolori piuttosto intensi, che peggiorano con il movimento, tanto che molte persone non riescono a camminare senza supporto.
Ribadiamo l’importanza di osservare la presenza di dolori alla zona inguinale, in quanto potrebbe essere diagnosticata in fase avanzata, soprattutto sottovalutando i primi segnali.

I fattori scatenanti e le cause

Questa condizione è frequente negli sportivi, non solo coloro che praticano attività fisica a livello agonistico, ma anche amatoriale. Tuttavia, può avere origine a seguito di numerosi disturbi: approfondire le cause è indubbiamente il modo migliore per fare prevenzione.
La causa principale? Si presenta nel momento in cui c’è il rischio di microtraumi da movimento intenso. Per essere più chiari, sottoporsi a un movimento ripetuto nel tempo può favorire la manifestazione della pubalgia. Ecco perché viene diagnosticata in percentuale più elevata negli sportivi, come ciclisti o calciatori.
Da non sottovalutare, però, ulteriori cause, tra le quali citiamo traumi ai piedi o agli arti inferiori, disturbi alla schiena, patologie infettive, artrosi dell’anca, o ancora disfunzioni urogenitali o muscolari, sovraccarico muscolare per disfunzioni alla postura. Nelle donne, la causa più comune di pubalgia è la gravidanza.

Il trattamento della pubalgia

A questo punto, dopo aver visto cos’è la pubalgia, le tipologie e come riconoscerla, veniamo a un aspetto altrettanto essenziale, ovvero: come si cura? Qual è il trattamento da seguire?
Come anticipato, è importante tenere conto del genere della persona per iniziare il trattamento della patologia, che in ogni caso viene strutturato sulla base di tre fattori, tra cui riposo, ghiaccio e l’assunzione di antinfiammatori non steroidei.
Nel momento in cui viene diagnosticata la pubalgia, è fondamentale stare a riposo, poiché l’attività fisica può acuire indubbiamente la sintomatologia. Il problema di continuare a fare sport potrebbe essere quello di una cronicizzazione della pubalgia, con un tempo di recupero estremamente lungo.
Anche l’impacco di ghiaccio si rivela utile, soprattutto nelle prime fasi dopo la diagnosi: potrebbe essere ripetuto anche per tre volte al giorno. Rimane essenziale, in ogni caso, rivolgersi al proprio medico per approfondire un trattamento mirato.

Ritratto di Angelo Mencaroni
Classe 1989, Regista Autodidatta del primo programma televisivo a cadenza settimanale sull'Atletica Leggera chiamato "Riflettori sull'Atletica".
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Nasce a Torino il 09 settembre 1963; manager per un Industria del settore Gomma-Plastica; innamorato da 32 anni di Maria Grazia, sposato da 25, padre di due splendide bimbe Noemi di 21 anni e Irene di 19 anni; da sempre ama lo sport, corre da 34...
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